I neofiti della programmazione, intenti a memorizzare e ricordare i criteri applicativi del linguaggio informatico di Java, spesso, si ritrovano a dover fare i conti con il framework Spring MVC, senza riuscire a capire, realmente, di cosa si tratti, ne di come funzioni.
Con questo articolo tecnico si cercherà di fare chiarezza sull’argomento, definendo lo Spring MVC nei suoi confini più ampli e utilizzando, allo stesso tempo, un lessico informatico, che sia il più semplice possibile.
Ricordando come il “framework” sia un componente utile e pratico alla realizzazione o ideazione di un software, lo Spring MVC rappresenta un’architettura adatta all’attuazione di applicazioni web, il cui modello centrale è appunto caratterizzato dal MVC, il quale sfrutta a proprio vantaggio tutte le nozioni di energia, proposti dal framework Spring, come ad esempio l’inversion of control (le cui potenzialità si sprigionano mediante “dependency injection”), o anche l’aspect oriented programming.
Lo Spring, in seconda analisi, ha la funzione di classificare metodi e gruppi Java con determinati url, si occupa, poi, di gestire differenti tipologie di view (le cosiddette “visualizzazioni” italiane) restituendole al client sotto forma di feedback e, infine, di realizzare applicazioni, codificate su strutture internazionalizzate, le quali permettono di gestire i temi e di garantire allo stesso tempo un’ampia personalizzazione nei confronti dei vari utenti.
Affinché si possa comprendere il funzionamento del framework Spring, è necessario spiegare il meccanismo a monte dell’implementazione, fornendo la ratio del modello teorico MVC. MVC, infatti, deriva dall’acronimo inglese di Model View Controller e fa, per l’appunto, riferimento alle tre grandi componenti, ravvisabili nella struttura di qualunque applicazione web. In virtù dello schema proposto da MVC, le funzioni vengono suddivise, propriamente, secondo il rispettivo criterio di destinazione in più fasi.
Nella fase iniziale di Model avviene l’accensione dei dati affini alla logica di business, implementata dagli sviluppatori all’interno dell’applicazione. A questo punto seguono le operazioni di creazione dell’interfaccia utente e dell’esposizione dei dati, previste nella seconda fase del processo di View, per poi passare alla terza fase di Controller, la quale ha il compito di far combaciare, opportunamente, le due fasi precedenti.
In particolar modo, durante quest’ultimo ciclo avviene l’implementazione della vera logica di business dell’applicazione, grazie appunto alla correlazione fra le due componenti precedenti, ricevendo gli input dell’utente e gestendo i modelli per la ricerca dei dati e la creazione di viste da restituire all’utente (un esempio calzante in merito potrebbe essere rappresentato dal motore di ricerca interno, oppure dal sistema di login, previsto sul sito Internet della biblioteca).
Pertanto, all’interno di una applicazione Spring MVC si ritroveranno le medesime componenti di Model, View e Controller, secondo, però, una classificazione maggiormente specializzata:
- I Model vengono rappresentati dai gruppi, i quali, a loro volta, incarnano gli oggetti di gestione e le classi d’accesso ad ogni singolo database in funzione.
- Le View si rispecchiano all’interno dei vari file JSP (compilati, successivamente, in HTML) o anche da eventuali classi, idonee all’esportazione in formati diversi da HTML (PDF, XLS, CSV…).
- I Controller, per concludere, sono raggruppati in più classi (denominate Controllers) poste a stretto contatto con l’url e grazie alla correlazione fra Model e View, si occupano di gestire la richiesta dell’utente, gestore.